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Mario de Donà, Eronda (1924-2009)

Artista grafico attivo nella seconda metà del ‘900, si è occupato di tutte le espressioni del visual design, privilegiando un’attività che è corsa parallela tra grafica applicata

e grafica artistica. Dopo una importante collaborazione con Bruno Munari a Milano,

ha scelto che il suo studio fosse a Belluno, capoluogo delle Dolomiti: e se da un lato

ha lavorato per le più importanti imprese di quella provincia, con progetti che spaziano dalla creazione del singolo marchio (loghi e logotipi) alla realizzazione di tutti gli aspetti della grafica coordinata, dall’altro il suo interesse per lo humor-graphic lo ha portato a farsi apprezzare nel mondo, soprattutto attraverso le numerose partecipazioni

ai principali festival di umorismo e di satira grafica, in Italia e all'estero.

L’opera di Eronda, caratterizzata da un originale “rigore dell’ironia”, è realizzata con la tecnica del collage; abbozzate a penna, sono poi realizzate con un ritaglio in continuo delle parti che serviranno a comporre le figure. E per far vivere la sua sottile visione del mondo a volte manipola le carte con tagli, graffi e anche bruciacchiature.

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Nasce nel 1924 da famiglia cadorina. Lasciati gli studi ginnasiali, completa la sua formazione all'Istituto d'Arte di Venezia dove è allievo del pittore Carlo Della Zorza e dello storico dell'arte Giulio Lorenzetti. Consegue il diploma di magistero nel 1946 con una tesi sulla storia del libro, composta a mano e stampata al torchio in quattro copie. Nell'immediato dopoguerra partecipa attivamente alla vita culturale bellunese che si riunisce sotto l’insegna del Vagabondo, circolo creato da personaggi di spicco dell’arte e della cultura di diversa provenienza.

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La carriera professionale inizia con i progetti di arredamento, di insegne e pannelli decorativi: il concetto di visual art, che in qualche modo aveva già nella sua mente, sarà recepito solo alla fine degli anni ’50, quando proprio Bruno Munari "sdoganerà" il concetto di graphic design, che lo porterà poi alla scelta definitiva di dedicarsi esclusivamente al mestiere (arte come mestiere) di graphic-designer, realizzando, nei quarant’anni successivi, marchi e progetti grafici e di immagine per le maggiori imprese commerciali, artigianali e industriali del territorio.

Per tutta la vita, con il nome d’arte Eronda, ha coltivato un percorso parallelo nel campo della grafica umoristica, lo humor-graphic. Attraverso la tecnica del collage, con un tratto grafico inventivo e incisivo, egli esprime il suo sottile, a volte surreale, senso dell' umorismo che lo ha fatto conoscere e apprezzare nei festival internazionali, e lo testimoniano i molti riconoscimenti ottenuti in tanti anni di presenza: significativo il "Dattero d'oro" a Bordighera nel 1969 oppure il Premio Biumor di Tolentino nel 1971

e la nomina a presidente di giuria al Festival di Skopje nel 1973, che gli rende omaggio con una mostra personale al prestigioso Museo di Arte Contemporanea. Nel 1985 edita una summa della sua opera nel volume ENCYclopedia grafica (Nuovi Sentieri editore)  che viene presentato in occasione della mostra antologica allestita al Palazzo Crepadona, principale centro culturale della città di Belluno. Poi, negli anni che seguono, realizza importanti progetti “corporate”, tra cui il marchio e il progetto grafico per Dolomitibus, società di trasporto pubblico e il progetto di comunicazione grafica coordinata per la Certottica, azienda leader nella certificazione di qualità. L’opera artistica riceve nuovi riconoscimenti: il premio Scacchiera 1992 di Umoristi a Marostica, il premio speciale de La Cagnara a Dolo nel 1996, e viene chiamato a esporre in più occasioni.

E’ il 1997 quando decide di chiudere lo studio professionale e di trasferirsi a Trieste (il suo buen retiro), dove continua a dedicarsi ai suoi collage umoristici. Nel 2004 presenta comunque un bozzetto al concorso per un manifesto pubblicitario de "L’Orto dei veleni" nell’Orto Botanico di Trieste. Partecipa ancora a diversi festival dell’umorismo e, nel 2003, quasi a coronamento di una vita professionale lunga e intensa, vince l'ambìto Grand Prix Marco Biassoni di Humor a Gallarate, che propone un tema a lui molto caro: il nonsense. 

Muore il primo giorno di primavera del 2009. Le ceneri, per sua espressa volontà, riposano nel cimitero di Lorenzago di Cadore.

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1963, saletta del Museo Civico di Belluno, in occasione della mostra personale.

Foto Eddy

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